Reportage: Quante sono le "parole del cielo", Prof. Benacchio?

Il Prof. Leopoldo Benacchio dell' Istituto Nazionale di Astrofisica alla Specola di Padova ci ha fatto l'onore di essere ospite della Giostra dei Talenti 2018. Il suo intervento si rivela un viaggio "astrale" nella lingua italiana e nel come essa ancora oggi, quando molti fattori stabiliscono una distanza "siderale" fra il cielo e il nostro sguardo, ci parli dell'uomo e del suo rapporto col cielo. Un grande amore dalle mille sfaccettature.

Autore: Debora Casalini - Alter Vigo

Un astronomo in Giostra

Lunedì 23 ottobre 2018. Comincia la terza serata della Giostra dei Talenti. Leopoldo Benacchio è astrofisico, ma anche uno dei migliori divulgatori di scienza astronomica e certamente colui che ha saputo negli ultimi decenni tener viva la fama di Padova, capitale italiana dell'Astronomia. E' perfettamente a suo agio davanti a un piccolo, ma attentissimo uditorio ed esordisce così:

"Non ci sappiamo più rapportare col cielo. Stasera vi voglio sfidare a chiudere gli occhi e a mettervi nei panni di chi viveva prima del 1609, quando Galileo levò gli occhi al cielo capendo cosa stava vedendo."
M. Olivotto - Il Cosmologo

L'uomo e il cielo. Un'attrazione fatale

Parte da qui una carrellata di esempi e aneddoti che spiegano il ruolo fondamentale che il cielo ha avuto per chi ci ha preceduto: in una società senza orologio, il cielo regolava la vita quotidiana, scandiva il tempo e per questa ragione era conosciuto da chiunque. Nel cielo stavano non solo gli astri, ma anche presagi e divinità in uno scambio continuo di certezza e incertezza, conoscenza e spiritualità. Dai graffiti preistorici ai dolmen, dal mondo contadino alla marineria, dall'astrologia alla medicina. Quanti aspetti della vita non potevano prescindere dal cielo! E da esso dotti e analfabeti hanno nei secoli tratto le parole per descrivere e comunicare il loro vivere.


Piovono parole dal cielo e si insinuano silenziose nella nostra lingua. Noi le usiamo, ogni giorno, senza renderci conto di quanto in esse sia racchiuso il rapporto con questo grande compagno della nostra vita. 
Conoscere queste parole e farne un uso più consapevole ha oggi, che l'inquinamento luminoso e la tecnologia ostacolano o mediano l'esperienza sensoriale dell'altra metà dell'ambiente in cui viviamo, un significato particolare:
ricordarci che esiste, farcelo de-siderare (un verbo prezioso che richiama oggi più che mai qualcosa che si è perduto, le stelle da cui ci si è staccati e che si vogliono riconquistare).

Le parole del cielo. Un libro per tutti

Prosegue il nostro viaggio "astrale" accompagnato dalle preziose immagini proiettate e raccolte da Benacchio in anni di lavoro, ma soprattutto dalle belle ed evocative illustrazioni di Maurizio Olivotto, create appositamente per l'elegante progetto editoriale curato da Bas Bleu Illustration con la consulenza del nostro professore e che s'intitola appunto le Parole del cielo, portato alla Mostra del Libro de La Giostra dei Talenti e andato letteralmente a ruba.


M. Olivotto - La Luna
LUNA, che risplende luminosa, è parente stretta del latino lux, luce. Cambia continuamente aspetto, traiettoria nel cielo, addirittura scompare. Nostra mutevole inseparabile compagna.

La luna che si insinua nella nostra mente, specie in quella dei LUNATICI e fa venire il tremendo Mal di Luna, la leggendaria licantropia, o che ospita pietosamente i cervelli impazziti come quello di Orlando nel "furioso"dell'Ariosto. La luna che negli anni '60 compariva anche nel vetro posteriore delle auto, il LUNOTTO.




M. Olivotto - Il Sole
Il SOLE. C'è un sole splendente oggi, sicuramente lo abbiamo detto tante volte, senza renderci conto che stavamo ripetendo due volte la stessa cosa. Viene dal latino sol, ma ricorda entro di sé addirittura la radice sanscrita svar, "splendere, luce". Presente in innumerevoli detti e proverbi, il Sole si palesa in parole trasparenti come SOLLEONE, periodo del gran caldo da fine luglio a fine agosto,quando il sole sembrava viaggiare nella costellazione del Leone.



Il cielo nei detti e modi di dire

Il cielo, così pieno di suggestioni e fenomeni, specchio di tanti nostri sentimenti, speranze e paure non poteva certamente sottrarsi dall'essere presente anche nei modi di dire e non solo nelle singole parole. Un CONTO ASTRONOMICO, PERDERE LA TRAMONTANA O PORTARE IL CAPPELLO SULLE 23?


M. Olivotto - Perdere la tramontana
La storia vuole che con questa frase ci si riferisca al contadino che torna dai campi al tramonto, subito prima del buio. Dato che il sole è basso sull'orizzonte porta il cappello di traverso per riparare gli occhi in quel momento del giorno in cui l'ora segnava le 23. Qualcosa non torna forse? Per noi le 23 sono infatti in piena notte, in ogni stagione: e allora com'è possibile tutto ciò? E' possibile perché prima dell'ora civile, stabilita uguale per tutti in Italia alla fine dell'800, l'ora usata era quella italica e le 24 segnavano l'inizio della notte, subito dopo il tramonto. Il lavoratore tornava quindi a casa per riposare alle 23, subito prima che facesse buio.

Alter Vigo e La Giostra dei Talenti ringraziano, per aver impreziosito la manifestazione, Leopoldo Benacchio  col suo intervento immaginifico e Valeria Cappelli di Bas Bleu Illustration per i bei libri portati in Mostra da cui abbiamo citato qui alcuni passi e che ricordiamo per chi volesse continuare a sondare le parole "celestiali" della nostra bella lingua:

"Le Parole del Cielo" Testi: L. Benacchio, Illustrazioni: M. Olivotto - Ed. Les Bas Bleu, Terza Edizione 2016

"Padova. Seconda stella a destra. Una guida al cielo nascosto in cittàA cura di L. Benacchio e INAF - Osservatorio Astronomico di Padova  Ed. Les Bas Bleu 2013

"Padova a testa in sù" Una pubblicazione e una esperienza completa alla scoperta delle tracce astronomiche nella città di Padova (guida + mappa + laboratori + conferenze + visite guidate) per i bambini e i loro educatori. Testi: L. Benacchio, Illustrazioni: M. Rio - Ed. Les Bas Bleu 2015

Queste bellezze e di più su http://www.basbleuillustration.com 














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